
È opinione diffusa che le piccole banche di comunità rappresentino un forte sostegno concreto ai piccoli e medi imprenditori dei territori in cui operano.
Siamo i veri conoscitori delle loro esigenze, presenti costantemente presso le aziende, capaci di offrire risposte rapide grazie a un’interlocuzione diretta ed efficace.
Eppure, spesso si mette in dubbio la capacità di gestire in modo efficace una banca di dimensioni contenute, la loro capacità di affrontare le sfide del mercato di oggi e di domani.
Le regole ferree e complesse della normativa bancaria rendono certamente onerosa la gestione profittevole di istituti di piccole dimensioni: per questo è necessario compiere scelte chiare in termini di organizzazione, gestione delle risorse, innovazione tecnologica e modalità di relazione con la clientela.
Ma non basta.
Occorre investire su una cultura aziendale che, in continuità con i valori del passato, metta le persone al centro: collaboratori e clienti. Intorno a loro va costruita un’azienda evoluta ma “a misura d’uomo”, che rispetti i valori individuali e riconosca l’importanza dell’intelligenza emotiva come leva per una gestione manageriale capace di valorizzare il “calore” delle emozioni, fondamento di comportamenti virtuosi e coerenti con i nostri principi.
Questa, a mio avviso, è la chiave per aprire le porte di un futuro solido e sostenibile: un futuro in cui territorio, economia, imprese e famiglie possano beneficiare della nostra presenza e crescere insieme a noi.
Pertanto solo unendo organizzazione evoluta, metodo, tecnologia e cultura aziendale, nel rispetto e nella considerazione dei valori umani e delle emozioni, potremo garantire una presenza sempre più efficace, radicata e generativa per il nostro territorio.